Scarpe e sogni
Tratto dal libro “Scarpe e sogni” di Tiziano Rossin
Sul ricordo
Le Radici
- Abitavo tra Cambio e Villadose
- in una casa dimessa ma pulita
- tra contadini senza retorica, flanelle sudate
- desiderio di riscatto e campagna a destra
- e a manca dell’Adigetto.
- Ricordo infaticabile mia madre ancora giovane
- allungandomi un frutto all’asilo attraverso la rete
- mentre ritornava al lavoro dopo un pranzo frugale
- e pedalava concitata con altre lavoratrici e amiche.
- Io davvero piccolo correvo e giocavo nel cortile
- ma soprattutto l’aspettavo…guardando in lontananza
- dietro i cancelli. Questi sono i ricordi e radici
- per sempre…
Tiziano Rossin
Mosaico sentimentale
- Pioveva forte stasera e senza tregua…
- le piazze spoglie e dimenticate quasi in bianco e nero.
- Qualche sparuto passante stringeva forte l’ombrello
- e forse borbottava con questo giugno capriccioso
- e senza tante cortesie.
- Io guardavo alcune notevoli pozzanghere
- e mi dondolavo su alcuni ricordi di bambino in paese:
- vita modesta e bisognava inventarsi di tutto per giocare…
- anche saltare sulle pozzanghere era un divertimento.
Tiziano Rossin
Carnevale in paese (geografia personale)
- In paese quando ero bambino
- il carnevale stuzzicava la fantasia…
- si faceva vita modesta
- ma una mascherina e qualche crostolo zuccherato
- si trovavano in tutte le case.
- Mi ricordo come si correva nei cortili
- brandendo manciate di coriandoli e stelle filanti:
- facevano allegria e costavano poco.
- Qualcuno sbraitava correndo
- o soffiava sgolandosi sulla classica trombetta
- qualche altro gettava in aria quella polverina fastidiosa
- e puzzolente
- che ci faceva correre ai ripari.
- Avevamo mani e piedi gelati… ma chi se la sentiva
- di ritornare a casa per primo!?
Tiziano Rossin
Sul pallone
- Dio mio… si picchiava per ore su quel pallone
- dietro le scuole elementari di Cambio
- in un quadrato verde con l’erba sempre da tagliare.
- Tornavo a casa madido di sudore
- qualche pacca sulle gambe
- e una sete da cani…
- ero piccoletto e magro
- e ce n’erano tanti di bravi
- ma se mi capitava di fare goal
- toccavo il cielo con un dito.
- Dopo la scuola tempo permettendo c’era solo il pallone…
Tiziano Rossin
Granita anni settanta
- Era il massimo per noi quando arrivava sul tavolo del bar
- questo bicchierone di ghiaccio
- con dentro un dito di tamarindo menta o amarena…
- Ricordo benissimo come mescolavamo in fretta
- col cucchiaio lungo
- per ottenere finalmente il prezioso e fresco elisir
- da succhiare avidamente con la cannuccia…
- La granita durava un bel po’
- e solo col bicchiere vuoto
- e la pancia mezza gonfia
- noi ragazzi si ricominciava a guardarsi intorno
- e parlare di qualsiasi cosa.
Tiziano Rossin
A ritroso
- Vi ricordate quando arrivava
- l’atteso piccolo circo nei nostri paesi?!
- Di solito si sistemava nella piazza comunale
- vicino al campo sportivo o dietro la chiesa.
- Appena fuori il modesto tendone
- i pochi animali al seguito
- e noi incapaci di resistere
- sbirciavamo tutto:
- anche le virgole…
- Come schegge impazzite di curiosità
- quando iniziava lo spettacolo era l’apoteosi…
- Lo ricordate?!
Tiziano Rossin
Il Natale rimane
- Da bambini nelle campagne quando arrivava Natale
- si mangiava meglio, saltava fuori chissà come qualche regalo
- e un semplice presepio era indispensabile:
- anche nelle case più modeste dove la vita costava di più.
- La gente si faceva gli auguri “allargati”
- e cercava nei contatti la gratitudine e il calore
- necessari da spendere poi nella vita.
- Onnipresente, la neve ricamava
- un paesaggio silenzioso, quasi magico
- e dentro le case i bambini più piccoli sudavano
- correndo e inventandosi giochi
- mentre la cucina economica scoppiettava.
- Adesso è un’altra musica… tutto sembra scontato e possibile
- l’indigenza e la solitudine non fanno rumore
- i media confondono le cose, la merce prende il sopravvento
- non si sa più cosa regalare e a chi
- e lo “stupore” fa quasi sorridere…
- Ma il Natale rimane!!
Tiziano Rossin
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