Franco Giolo

 

Franco Giolo  1939 – 2009

tessera Athesis n. 247

[Opere]
[Critica]  [Commemorazione]
[Mostre]

 

Le opere di Franco Giolo parlano da sole!

Questo dovrebbe essere il titolo di una locandina o un catalogo di presentazione ad una delle sue personali di pittura, tanto è la ritrosia dell’autore a far parlare di se stesso, soddisfatto di vivere l’arte per sé, incurante ed indifferente alla notorietà ed alla pubblicità oggi di moda anche tra autori di spessore ben inferiore.
Ma coloro che riconoscono i pregi e l’arte di F. Giolo hanno voluto far valere in molte località italiane e straniere, le opere di questo singolare artista, nato a Rovigo il 27 Gennaio 1939.
Trasferitosi all’età di diciotto anni in Lombardia, per motivi di lavoro, risiede dal 1958 a Cormano alle porte di una Milano che in assoluto non ha minimamente intaccato le radici native del pittore.
Giolo si ripresenta dopo circa sette anni dall’ultima esposizione nella terra di origine con una personale a Stanghella, presso la Pinacoteca Pietro Favaro, con una ventina di opere, delle cento che proporrà a campione in altre località: Boara Pisani – Villadose – Rovigo ed altre vicine.
Nell’ormai lungo percorso dal 1970 fino ad oggi, chi ha visto le opere di Giolo si sarà accorto di un profondo processo di scavo interiore e sentimentale, la potenzialità della forma e del colore acquisite, il tutto supportato dall’esigenza di poter far rivivere all’occhio dell’estimatore, il percorso lento e decantato, dei sentimenti più intimi e sofferti, ravvivati da una reale ispirazione che va alla scoperta di nuove sensazioni.
Il pittore sente ed esprime sulla tela con sofferenza , il binomio di identificazione istintiva che lo ha visto passare per questo percorso, come un cantastorie, che invece della voce adopera il pennello e scrive nel colore.
La pittura di F. Giolo e quindi espressione di un modello mentale, dove il soggetto nasce dall’animo del pittore, dov’era stato deposto nella memoria fisio-psicologica sotto forma di visione. La sua pittura è interessante per i suoi contenuti, ma anche godimento culturale, perché esprime in un linguaggio rigoroso, lirico, emotivo, tutte le evocazioni che rappresenta.

Fiorenzo Moretto – Promotore Artistico

Ha gli occhi vivi ed indagatori come quelli di un bambino, lo sguardo sornione e nello stesso tempo provocatorio racchiuso tra capelli e barba grigia che testimoniano che, nonostante tutto, gli anni sono passati anche per lui…
Il fanciullino che è in noi, in Giolo traspare più evidentemente che mai e sembra, anche per chi lo conosce da poco, sia un vecchio compagno d’infanzia.

Franco Giolo è nato diversi anni fa a Granzette, piccola frazione di Rovigo, vivendo nei suoi primi anni la quieta vita di un paesino rurale anteguerra.

La sua indole combattiva lo indirizza verso il pugilato (peso piuma): combatte sul ring una settantina di incontri e si ritira imbattuto ancora ventenne. Trasferitosi a Cormano (interland milanese), riversa la sua carica energetica nel lavoro gestendo un’impresa di decoratori confluita poi in un’attività commerciale nel campo delle belle arti. Nel 1982 appende al chiodo anche quest’attività e si dedica completamente a quella che ritiene la sua missione: far rivivere su tela la vita polesana d’un tempo con la forza espressiva della sua arte.

Vive permanentemente a Milano dove dipinge, sempre e comunque, soggetti agresti, ma il suo cuore si divide tra la sua famiglia (moglie e tre figlie) e il Polesine.

Espone in molte località italiane, in Germania, Olanda, Svizzera e altri paesi europei.

Torna sistematicamente a Rovigo e si rifugia per periodi più o meno lunghi nel suo studio di Granzette. Nel 1994 aderisce all’associazione culturale Athesis, trova nuovi stimoli ed intesse ulteriori contatti anche con fotografi. Intensifica le esposizioni personali toccando diversi comuni della Bassa Padovana e del Polesine.

Per varie vicissitudini nel 1995 cede il suo atélier di Granzette e si confina volontariamente nella sua residenza milanese isolandosi per diversi anni. Continua a dipingere, ma solo agli inizi del nuovo millennio ritrova la determinazione per la scelta che lo riporta nei luoghi della sua infanzia.

“Ricominciando da dov’ero rimasto” è la personale che a tutti i costi vuole a Stanghella (Padova) e dalla quale ripartono iniziative che lo vogliono come “Pittore in mostra” in uno studio/laboratorio, aperto per più di un mese, presso la Pinacoteca “Favaro” di Stanghella e rivolto soprattutto alle scolaresche.

Quando una folata di vento ti investe improvvisamente, ti spiazza, mettendoti in disordine per qualche momento. Poi pian pianino ti riassetti e riprendi… ma non del tutto, se la folata di vento si chiama Franco Giolo.

Come altri artisti, dice di preferire non commentare e lasciare che parlino le sue opere. Per qualche istante è quasi credibile, ma la verve oratoria e il bisogno di comunicare in continuazione esplodono e le parole materializzano immagini e convinzioni che fanno capire come sia impossibile scindere le sue opere dalla sua personalità. Franco Giolo è un personaggio, di quelli autentici, di quelli poco inclini al compromesso, a volte scontroso, irascibile, che si accende divampando a destra e manca, ma spegnendosi con la stessa tempestività con una strizzatina d’occhio e con un accenno di sorriso amabilmente beffardo.

Le sue parole emanano convinzioni profonde, soprattutto confermano che lui è vero… non è tra quelli “con la faccia di cera, tutti grigi come grattacieli”

Il suo olio su tela ci propone immagini del passato: un passato con una forte carica emotiva, un passato come rifugio di un disagio presente?

E’ difficile argomentare delle sicurezze perché a volte le opere sono la costruzione artificiosa che gli artisti fanno di un’aspirazione di vita non vissuta materialmente, ma idealizzata per dare risalto alla loro espressività.

La ragazza, la bella ragazza passa in bicicletta, gonne maliziosamente scomposte dal vento sopra le ginocchia, rivolge lo sguardo verso i bambini che giocano; guarda Giolo bambino? o è il Giolo di adesso che ancora pensa quando da bambino vedeva passare la bella ragazza…

I giocatori di carte, le discussioni e le risse d’osteria sono momenti espressivamente documentati o vissuti?

Il vecchio pittore e l’immancabile cane ci testimoniano l’amore per gli animali o il desiderio di avere almeno la compagnia di un cane?

Gli amici s’incontrano sotto le intemperie per necessità compositive e d’atmosfera, o ci dicono che l’amicizia, se vera, non teme alcuna avversità?

Gli scolari sempre attenti ed allegri, raffigurati sempre all’aria aperta, sanciscono una libertà acquisita e vissuta dal Giolo bambino o un’aspirazione negata?

Un grande artista parlò di un vecchio e del mare.

Il vecchio era destinato a scomparire, il mare no.

Il “vecchio” Giolo forse, come direbbe lui, scomparirà: le sue opere no, vivranno in eterno.

Questa sarebbe una bella frase per concludere una presentazione, ma è troppo scontata come tante frasi che concludono le prediche in chiesa.

Certamente le tele di Giolo avranno più durata fisica dell’uomo, ma chi lo avrà conosciuto non potrà non ricordarlo e amarlo come persona … nonostante tutto…

Franco Giolo, un artista con una grande autostima, sicuro di sé, o che maschera la sua timidezza, paventando un grande spirito combattivo?

Scopriamolo leggendo le sue tele…