Franco Giatti

 

FRANCO GIATTI  1951 – 2004

tessera Athesis n. 25

 

Ciao FRANCO

Va piàn“, così era solito accomiatarsi Franco rispondendo al mio “Ciao”. Era una raccomandazione che forse faceva a se stesso, considerato che era sempre particolarmente veloce ed attivo in tutte le cose che faceva e nelle passioni che coltivava. La fotografia in primo luogo. Tra i primi iscritti all’Athesis, fotografava da sempre ed era particolarmente attivo nei réportage dei numerosi viaggi, altro suo amore, che lo hanno portato in tante parti del mondo. Sempre attento e curioso, mal sopportava l’inquadratura troppo meditata; coglieva l’attimo, anzi tanti attimi, e poi via. Era un gran produttore di immagini, in qualità e quantità. Ricordo come ero costretto a rincorrerlo in occasione di un viaggio fatto assieme a New York. Io mi soffermavo a studiare la gente ad un semaforo, lui era già al successivo. La curiosità lo portava quasi a correre. Curiosità che non conosceva ostacoli, come quando visitammo un mercato in un Paese del terzo mondo, nonostante fossimo stati sconsigliati dalla guida a causa dello spettacolo poco turistico e per le precarie condizioni igieniche.
La sua voglia di conoscere lo spingeva a scavalcare decisamente quelli, che per altri, erano ostacoli invalicabili. La moto, altra sua grande passione era la manifestazione rumorosa della sua personalità, decisa ma discreta e rispettosa dell’altrui. Prestante fisicamente, amava sciare o cimentarsi con la bicicletta. Ripenso a quando, in occasione di una passeggiata sul Pasubio, andava su è giù con la bici spronando ironicamente i due compagni di viaggio (uno dei quali ero io) che, sfiniti, avevano un gran daffare nel riuscire a camminare spingendo i loro mezzi. Le ultime volte che ci siamo visti è stato al corso di Fotografia in Digitale. Non era sereno come al solito. “Ho un fastidioso male alla schiena”, m’ha detto. L’ho apostrofato con “Curati” ovviamente in tono scherzoso, considerato che mi rivolgevo ad un medico. Né io, né tanto meno lui, eravamo a conoscenza del micidiale male che in poco più di un mese lo avrebbe portato al capolinea della vita terrena andando così a raggiungere Franco Frasson, altro caro comune amico scomparso una decina d’anni fa al quale nell’aldilà avrà certamente rivolto un “Embé…” aggiungendo “Gheto visto ca so rivà?” La Famiglia, certamente la più grande delle passioni di Franco l’ho lasciata per ultima nella mia riflessione in quanto è a questa che maggiormente va costantemente il pensiero. La famiglia era per Franco il fulcro della sua esistenza, un caposaldo che, anche se umanamente non ha potuto sottrarlo alla dipartita, gli ha dato in questa vita terrena tanta e tanta energia e serenità. E’ particolarmente ai suoi Cari che in questo momento siamo molto vicini, sperando che la nostra solidarietà possa contribuire almeno un pochino ad alleviare il grande dolore.
Graziano e gli Amici dell’Athesis.

A Franco
A Te Amico mio
strappatomi dall’inspiegabile
Volere Divino
A Te Cognato caro
dalla infinita Bontà Divina posto a
sedere tra i Giusti
A Te Sposo affettuoso
che hai dato a Chiara le gioie della vita
A Te Padre premuroso
che hai generato Sara
A Te Fido Compagno
e guida sicura di tante avventure
A Te il più veloce come sempre
che ci hai preceduto in Paradiso
A Te levo la mia Supplica:
veglia su di noi ed intercedi
affinché Lui
ci riservi un posto al tuo fianco.

Diego

 

Mostre:

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