Rosetta Menarello | Poesie

 

AL FIGLIO

Bevo rugiada ai fiordalisi azzurri dei tuoi occhi…
Vorrei essere Dio per tramutare questo tempo
in ETERNITA’
e scaldare la tua mano-passero
nel nido della mia.

Figlio, fragile dolcezza…
ti narrerò del mondo,
del vento pellegrino che ci ruba le anime,
dell’aquila-uomo che strappa le ali delle farfalle
variopinte d’innocenza
e del cielo…
che di notte dona manciate di stelle.

Al fuoco che si spegne
m’incanto al tuo puro profilo d’angelo
ed intreccio sogni col biondo esile dei tuoi capelli.

 

 

ALGHE

Filamenti verde cupo
ondeggiano
addentando sassi viscidi.

All’acqua si abbandonano
come pesci preistorici
o sensuali manequins
con lo strascico
accarezzato dalla corrente

 

 

BAMBINO

Con i capelli d’erba
danzi con la primavera.

Sogni giocattoli
mai usati
chiusi in una scatola di cellophane,
muti.

Frantumi pane
ed inventi giardini segreti
dove tua madre racconta fiabe.

 

 

BOSCO – AMICO

Per questi sentieri respiriamo la sua anima verde
e catturiamo attimi d’azzurro tra i rami più lontani.
Trasparenze di cielo accarezzano il tuo sguardo bambino

e corri angelo-uccello sulla radura
come un cervo inesperto a carpire
segreti di grilli.

Piange resina il volto della quercia
mentre il faggio conta monete di foglie.

Tu scopri ceppi abbandonati
e ti travesti da invincibile guerriero.

Di fronte alla vita, vai così:
con occhi che grondano rugiada
e la fiera armatura di corteccia.

Ti guarderò andare verso il sole
che annega nella liquida amarena dei tuoi sogni

 

 

CREPUSCOLO

S’acquieta il giorno
con furibonde pennellate di vermiglio
all’orizzonte…

Il suo profilo
si dipana sul cobalto del crepuscolo

e sola luce
resta la gioia infantile
dei tuoi occhi
sgranati sul rosso lucido delle guance,
profumate mele invernali
custodite nella soffitta del cuore.

 

 

GETZEMANI = UOMO SOLO

Cade rugiada stanotte
sulle giare pallide di luna…
e gli ulivi hanno tra le narici il buio.

Qui è pace di cose addormentate
che nascondono pianto d’uomo.
E’ il Getzemani.
Sagoma nera,
quasi ombra d’albero contorto
è lui che si raggomitola
per raccogliere tutto se stesso
e non perde lacrime in terra…

Le lascia scorrere
su quella scorza di viso scolpito
e poi le fa morire secche di sale sul collo.

Con la luna più alta
si leva il vento
ad abbracciare l’uomo
per non farlo morire solo.

E lui continua a camminare,
ombra d’albero
sulla strada degli ulivi
con scaglie di sale sul collo.

 

 

GIOVANE PESCATORE

Nell’acquea trasparenza del torrente
giochi coi pesci.

Rapidi guizzi d’argento
ti accarezzano
le sottili caviglie di giovane cervo.

La corrente modella i sassi
e porta al mare
un po’ della tua giovinezza

 

 

GIOVINEZZA

Nelle nuvole è il domani
che il vento ritaglia
con estro vagabondo.

Nulla è certo
nell’infinità del cielo
e la vita spiega le ali
in volo di colorato aquilone
o nello sforzo dell’albatro
in guerra con le bufere.

 

 

IL VIVERE DEI SASSI

E’ così facile assaporare l’immobilità dei sassi.

Forse per loro è facile stare lì per tutto il tempo.

E’ un vivere fermo.

Aspettano il vento che pulisce.
Ascoltano l’acqua che bagna.
Stanno sempre sull’anima della terra.
Guardano i cambiamenti del cielo,
senza sapere che tempo è.

Imparano a memoria i passi degli uomini.

Conoscono certamente la verità
e sanno tacerla guardandoci vivere.

 

 

NEVE

Gridano i rami
ai morsi del vento.

Gli occhi del cielo
pregano candida neve,
carezza al bosco nero…

Il silenzio
ha spiragli di sussurri
e le cortecce cadute
si fanno presepe
nella magia della luce lunare.

 

 

NOTTURNO

Gocciola il ritmo del silenzio…
e la sua magia notturna
si apre in abbraccio di lieve farfalla.

Srotola pergamene
il tempo,
folletto dispettoso.

Guarda!
Ti schiude la bocca rossa
dai papaveri
che lei ti portava ridendo
sul bianco delle braccia
nel profumo del grano
violato dalla falce.

In sogno la rondine viene
a scrivere note
d’un amore estivo
addentato nell’oro di un fienile…

Era la giovinezza,
sapore di ciliegia:
quella che tu mordevi
col sorriso ignaro
di chi aspetta che la vita
gli passi accanto
vestita di fiori.

Ora bevi il nettare dei ricordi…
L’anima si fa calice colmo
di nuovi ed insperati umori.

Le passioni si sciolgono
alla dolcezza di una preghiera
sgranata sul velluto della notte
che ti sussurra il passato.

 

 

PADRE

Di te ho parole mute
uscite dagli occhi
come lacrime di resina
su antiche cortecce,
scolpite in forma di volti austeri e saggi.

Nel forziere delle tue mani tremanti
indovino il segreto della vita
e scovo la solennità della morte

 

 

PETTIROSSO

Mi scaldo il cuore
al fuoco del pettirosso
che di scatto sfida il gelo.

Le zampette sottili
ticchettano tra i rami del pesco intirizzito.

Gli occhi, nere perle vive
non temono il volto grigio del cielo.

Forse già scorgono veli di nuvole primaverili…

 

 

RICORDO

Avevamo un vecchi.

Tremolava saggezza
tra le briciole del pane
in tavola.

Sapeva benedirle
come cose vive.

Ad occhi socchiusi
passava ore
a costruire magiche figure di fumo
e ad ascoltare gli scricchiolii della sua sedia
…sempre uguale.

Raggomitolava ricordi
nella pipa di schiuma.
Cose strane…
viste da lontano,
sempre coperte dai suoi pensieri
intenti ad aspettare il sole…

 

 

RONDINI

Scrivono l’aria
prima del tuono
come lampi veloci.

Frecce,
scagliate da invisibili archi.

di ninfe
in segrete traiettorie.

 

 

SABATO SERA

Dannato dallo stress
è già senz’anima
venduta in cambio di una collezione di C. D.
Striglia a specchio il suo cavallo d’acciaio.
Col cimiero di smalto si consacra:
CAVALIERE DI UN MODERNO MEDIO EVO.

L’asfalto è la sua Gerusalemme.
Disegna pazzi ghirigori di velocità
giocando la sua battaglia coi platani
che costeggiano la strada,
avversari armati e possenti.

Lo schianto porta buio e dolore!
Il cavallo d’acciaio si è spezzato.
Lo stress si fa nuvola evanescente,
lento come l’anima che viene a cogliere una rosa ormai sfatta

d’una dama
col pianto fra le mani…

 

 

SASSI

Corrugati testimoni del tempo
hanno fatto prigioniero il sole.

Nei cristalli delle loro anime
si nasconde la voce del vento
e l’urlo dei cataclismi.

Dalle loro viscere imponenti
è uscito il mare:
liquido parto cosmico
all’alba dell’universo.

 

 

SENZA FINE

Anche oggi
il mare racconta favole
con rabbiosa convinzione.

Suona
sulla sabbia
il suo potere senza fine.

Si arrotola
furibondo
sulla schiena della terra… poi
striscia
felice
con le mani aperte
a trascinare un poco del nostro amore.

 

 

SERA

Miete la luna
dorata falce in campi d’aria
infiniti.

Tintinnano le stelle
nel paniere delle nuvole
e oltre le colline brontola
un vecchio tuono

 

 

SIESTA

Sull’obliquo rosso dei tetti
si sdraia il sole
a guardare il cielo.

Tacciono gli uccelli
intimoriti dall’ombra
nel bosco.

Oltre il pizzo delle tende
sospira
il fantasma di un amore.

 

 

SILENZIO AUTUNNALE

Fuma nebbia il silenzio autunnale
sdraiato sui campi neri.

Alberi, dalle mani intirizzite
catturano coperte di nuvole.

I tralci danzano
ai saltelli del pettirosso
e le foglie
regalano i loro pensieri
alla terra…

 

 

SPIAGGIA AUTUNNALE

Avvolti nel nostro pensiero preferito
ci è dolce questo camminare sulla spiaggia,
percorsa da sottili ricami di mare…

e stare a guardare quei tronchi
resi esausti dai pazzi balli delle onde,
ora sdraiati a cogliere sull’acqua
le briciole ancora calde
del sole che diventa cieco.

Allora siamo come quei gabbiani
che amano sfiorare lo sguardo della luna…
per sentirsi tranquilli e immensi

 

 

STANOTTE E’ VENUTO IL VENTO

Stanotte è venuto il vento.
Sapeva di mondi lontani,
di dolore umano forte e vivo…
Di quelle gioie interiori cercate e poco vissute.

Stanotte è venuto il vento.
Estraneo e continuamente diverso…
S’insinuava fra queste pieghe di paura
sfatte da dolori antichi ed ereditati,
per dire che forse domani
sarà più facile vivere…

 

 

VENTO

Scroscia al vento
l’applauso delle foglie…
ora forte e solenne
come musica d’organo,
ora lieve e vellutato
come voce di flauto.

Potrebbe venire da noi
per la forza rabbiosa
di una tempesta
o solo per regalarci
un attimo di frescura.

 

© Rosetta Menarello, Stanghella